Gianni Cuperlo si è candidato alle primarie del Partito Democratico, ma secondo i sondaggi è destinato ad un pesante ko visti i numeri di Elly Schlein e Stefano Bonaccini. L’esponente dem è stato intervistato dal Corriere della Sera per parlare della corsa all’eredità di Enrico Letta, un intervento in cui dà addosso ai suoi avversari: “Non sono votato alla sconfitta, ma questa volta la casa brucia, e ci sono battaglie che vale la pena combattere. Sono idealista, ingenuo forse. Umberto Saba scrisse una lettera a Scipio Slataper per chiedergli cosa restava da fare ai poeti; la sua risposta fu ‘una poesia onesta’. Vale lo stesso per noi. Ci resta da fare una politica onesta. Che non significa solo non rubare, ma mostrare che si è disposti a rischiare. Bonaccini un amico e lo stimo, ma dietro a lui come dietro a Elly vedo ripararsi tutto il solito e inamovibile establishment, quello che ha passato ogni temporale senza mai bagnarsi. E poi non credo al partito dei soli amministratori. Il doppio incarico, come ha dimostrato il caso Zingaretti, non funziona. Dobbiamo coinvolgere soprattutto gli amministrati. Il Pd va rifondato e aperto ai movimenti, alla società».
Nell’intervento sul Corsera Cuperlo parla anche di Giorgia Meloni e del governo: “È una leader più attrezzata di Salvini. Ma la sua non è la destra delle liberalizzazioni, o quella berlusconiana del conflitto di interesse, o quella leghista delle felpe. È una destra dura, strutturata. Non è folklore, è un impianto, un’ideologia. Per batterla culturalmente dovremo mobilitare tutte le nostre risorse e farlo nella società. Credo al rischio indicato da Dossetti, ogni governo autoritario comincia con un’iniezione di paura a cui si offre un antidoto, ma in cambio di una quota di libertà. Questo governo tratta la povertà come una colpa da espiare. Più che la Meloni – la chiosa finale di Cuperlo, che sembra chiudere la porta ad un’alleanza con il M5S in caso di vittoria – Conte sembra voler distruggere il Pd. Proprio come Renzi. Sono in questo congresso anche per aiutare a impedirlo”.