Ieri è stata una giornata importante per la democrazia di questo paese.
Un milione e trecentomila persone si sono messe in fila davanti a un circolo o un gazebo e hanno scelto la guida del Pd per i prossimi anni.
Non erano scontati, né il numero né l’esito. In un tempo avaro di partecipazione e dove l’astenersi da seggi e urne pare farsi prassi – c’è chi dice, destino – ancora una volta la sinistra ha mostrato quale riserva di volontà e passione viva tra la sua gente.
Molti si sono stupiti, ma se in una domenica di pioggia è accaduto quel che è accaduto non è stato per un accidente del caso. È successo perché “poi la gente (perché è la gente che fa la storia), quando si tratta di scegliere e di andare, te la ritrovi tutta con gli occhi aperti, che sanno benissimo cosa fare”.
Elly Schlein è la prima donna ad assumere la responsabilità di segretaria del Partito Democratico, ed è anche la più giovane in assoluto a farlo.
Lei stessa l’ha chiamata una rivoluzione.
Da oggi è la segretaria di tutte e di tutti.
Da subito dovrà sentire attorno a sé l’impegno e il sostegno di ciascuna e ciascuno perché la sfida è grande, difficile, e solo l’unità – questa volta non di forma solamente – di una comunità convinta di potersi riscattare riuscirà ad affrontarla e vincerla.
In bocca al lupo, Elly, e buon vento per la rotta che guiderai.
Il mio grazie è per i tantissimi che questa sfida hanno accolto uscendo ieri di casa per recarsi a votare.
L’altro grazie va a Enrico Letta per avere accompagnato un congresso fin troppo lungo, ma che adesso rimette il Pd sul sentiero di una alternativa credibile alla destra peggiore.
L’ultimo grazie è per Stefano Bonaccini, per le parole che ha usato ieri sera a commento del voto e l’impegno preso a dare una mano a Elly e a coloro che l’accompagneranno nel viaggio. Lo conosco e so che lo farà.
A voi il solito abbraccio, ma oggi più convinto che possiamo guardare avanti.