Lancia un colpo ben assestato a Stefano Bonaccini ed uno più leggero a Elly Schlein, Gianni Cuperlo, che con spirito un po’ d’antan, presenta la sua «piattaforma congressuale», corredata da una Brochure, e lo fa volutamente nella sede del Pd di Largo del Nazareno, a rimarcare che quella è la sua casa. Di chi non se ne è mai andato, anche «quando non era facile restare», a dispetto di altri – leggi Bersani e D’Alema. E invita volutamente Miguel Gotor, assessore alla Cultura di Roma, che di Art.1 è uno dei fondatori, per poter tendere loro la mano e dire che «si devono ricongiungere sentieri». E che questo congresso servirà anche a questo, «perciò è giusto che l’assemblea nazionale di sabato voti il Manifesto dei Valori». Quel documento che serve a dimostrare la veridicità del percorso Costituente di una nuova formazione rinnovata, tanto da poter far dire ai compagni fuoriusciti di essere tornati in una cosa nuova e non nel «vecchio Pd».
Basta doppi incarichi
A Bonaccini, Cuperlo rinfaccia l’ardire di volersi occupare nientedimeno che da segretario, di un partito come il Pd, mantenendo un doppio incarico non di secondo piano, come fare il governatore di una regione importante. «Se vincerò, mi occuperò solo del Pd, non miro a posti di governo», garantisce Cuperlo. E l’altro gli risponde che se vincerà, resterà presidente dell’Emilia Romagna. A Schlein – ma in realtà più ai suoi supporter – Cuperlo rimprovera di averlo accusato di danneggiare «la corsa di altri, ma non siamo qui per disturbare, bensì per allargare campo e arricchire».
I Comitati per l’alternativa
«Bisogna proporre subito un’alternativa credibile alla destra», esordisce Gianni, proponendo una soluzione dal basso, «una Rete nazionale di comitati per l’alternativa», per coniugare «l’indignazione ad un progetto giustizia sociale». Senza però dare una ricetta sulle alleanze, perché, parafrasando Norberto Bobbio, prima va decisa l’identità e poi le alleanze saranno chiare.
Chiede che la Costituente del Pd continui oltre febbraio. Malgrado la picchiata dei sondaggi, ritiene che «la funzione del Pd è radicata nel paese e sarà ancora più necessaria nei prossimi anni».
Leader eletto dagli iscritti
E a un partito che «ha 16 anni, 9 segretari, 3 scissioni e 9 milioni di voti persi dalla nascita», chiede di far eleggere il segretario solo agli iscritti, lasciando le primarie aperte solo per la premiership di una coalizione.
Come in ogni piattaforma, fioriscono le Proposte: Economia, Riforma del partito, Diritto a curarsi e Integrazione dei migranti, con un ammonimento: «Le promesse mancate ci hanno fatto perdere la fiducia». Quindi attenzione.