Zainetto in spalla e auricolari, Gianni Cuperlo è arrivato alla stazione di Foggia poco dopo le 11, accompagnato dallo scrittore e sociologo Leonardo Palmisano. Direzione ghetto di Borgo Mezzanone, dove tre giorni fa si è consumata l’ultima straziante tragedia degli invisibili: due giovani di 32 anni hanno perso la vita per le esalazioni di monossido di carbonio.
Ad accogliere il candidato alla segreteria nazionale del Partito Democratico, al suo arrivo, il segretario dei Giovani Democratici di Capitanata, Stefano Pastucci, il segretario cittadino Alessandro Fiore, Michele Cuccito GD di Torremaggiore, il responsabile organizzativo del Pd di Manfredonia, Michele Nenna, e Antonio De Sabato, che in virtù della sua amicizia con Leonardo Palmisano ha scelto di sostenere la mozione, pur non essendo tesserato. Sono circa una quarantina le sottoscrizioni raccolte in provincia di Foggia per la sua ‘Promessa Democratica’, che a quanto pare, qui, fa presa soprattutto sulle giovani generazioni.
“La vicenda di Borgo Mezzanone è una ferita e anche una vergogna per il grado di civiltà di questo paese”, ha detto Cuperlo ai microfoni di FoggiaToday parlando di “condizioni disumane”, prima di visitare la ‘pista’ e vederle con i suoi occhi. Nel ghetto in agro di Manfredonia, a 20 chilometri dal capoluogo, prima tappa del suo tour in Puglia, a salutarlo ci sono anche il segretario foggiano del Pd Davide Emanuele, Shady Alizadeh, nel comitato costituente per il nuovo Pd, e Cinzia Dicorato dalla Bat.
“Il Pnrr ha stanziato 110 milioni di euro per sgomberare i ghetti in Puglia, 54 sono destinati all’area di Manfredonia – ricorda Cuperlo –. Vanno utilizzate subito queste risorse. Il problema non è semplicemente sgomberare, perché se ti limiti a questo, lasciando in balia del destino le persone che sono lì, i caporali ricostruiscono rapidamente un sistema di mala accoglienza. Bisogna garantire cittadinanza a queste persone, il diritto ad essere accolte in strutture ricettive degne di questo nome, fornire loro un documento”.
Il candidato al congresso Dem, a un mese esatto dalle Primarie, vede “un Partito Democratico in difficoltà, per tante ragioni, legate alla sconfitta alle elezioni politiche, ma non soltanto a quello. È un partito che va profondamente ripensato, innovato, rifondato nel suo modo d’essere, di discutere, di assumere le decisioni, e anche di formare e selezionare la sua classe dirigente. È un partito ipotecato da troppi potentati locali, da troppe correnti, che non sono correnti di pensiero – sarebbe un fatto positivo -, sono filiere di posti e di potere”.
L’articolo e il video su “Foggia Today”