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Gianni Cuperlo - Deputato XIX Legislatura - Camera dei Deputati - Gruppo PD

Cuperlo: “La scelta di Chinnici? Alla politica serve credibilità”

Intervista a Live Sicilia

Gianni Cuperlo, a Catania per sostenere il candidato a sindaco del Fronte Progressista Maurizio Caserta, una delle tappe del tour siciliano del deputato dem che toccherà Messina, Aidone, Piazza Armerina e Caltagirone, intervistato da Live Sicilia. Dall’autonomia differenziata al cambio di casacca di Caterina Chinnici passando per la sfida delle amministrative, Cuperlo dice la sua sull’attuale fase politica (non soltanto siciliana). 

Cuperlo, il primo turno delle amministrative sembra dimostrare che l’onda Meloni non sfonda e che il Pd regge. L’opposizione sta pagando?

Giorno dopo giorno emerge la natura di questa destra che non offre risposte ai bisogni materiali di lavoratori, famiglie, giovani e donne, ma vuole semplicemente gestire il potere e modellare diritti e libertà secondo una concezione regressiva dell’autonomia e della dignità delle persone. Dalla strategia sciagurata sui migranti al rifiuto di un salario minimo fino all’ultimo decreto lavoro che incentiva la precarietà e alle uscite scomposte sulla “sostituzione etnica” siamo dinanzi a una miscela di arroganza e incompetenza. L’opposizione per risultare efficace deve agire dentro le istituzioni e, insieme, mobilitare le tante realtà che questo governo colpisce e penalizza. Quando i rapporti di forza sono sfavorevoli dentro il parlamento la sfida è cambiare i rapporti di forza sociali e culturali nel paese. Penso che stiamo imboccando quel sentiero e che comincia a dare i suoi frutti.

A prescindere dai risultati elettorali, non crede ci sia un problema di progressiva perdita di egemonia culturale da parte della sinistra?

Tutto sta a capire cosa intendiamo per egemonia culturale. Senza scomodare Gramsci penso sia la capacità di convincere una maggioranza del paese dei valori che possono meglio esprimere una visione del futuro in termini di libertà, diritti e doveri, di qualità della democrazia. A destra più che una egemonia mi pare si esprima una forma di aggressività verso ogni forma di autonomia e dissenso. Dai sindacati convocati solo per comunicare scelte già compiute ai ragazzi che protestano per il clima, dalle famiglie arcobaleno alla decisione di sottomettere la Rai a una nuova stagione di epurazioni. In tutto questo le difficoltà del paese reale, la quotidianità delle famiglie, scivola via dallo sguardo. Anche per questo il tempo di dotarsi di una solida struttura culturale alternativa all’ideologia di questa maggioranza credo sia adesso. 

Parliamo di questione meridionale. Che cosa rischia il Sud del Paese con l’autonomia differenziata in salsa leghista?

Più che un rischio vedo la certezza che con quell’impianto, per altro neppure sottoposto al vaglio della Conferenza Stato Regioni, aumentino le distanze e le disuguaglianze tra parti diverse del Paese. Vorrebbe dire venire meno al principio costituzionale dell’uguaglianza di tutti i cittadini nell’esercizio dei diritti fondamentali, alla salute, a una formazione di qualità, al lavoro e all’assistenza. È questo che si vuole? Venti sistemi sanitari diversi? Venti modelli scolastici differenti? A sinistra la diseguaglianza si chiama ingiustizia.

Che effetto le fa il cambio di casacca della candidata del Pd alle regionali siciliane, Caterina Chinnici, adesso approdata a Forza Italia?

Ne sono rimasto colpito e negativamente. Credo che la politica per recuperare un tasso di credibilità e reputazione dovrebbe contrastare ogni forma di trasformismo e ritrovare la bussola delle coerenze. 

Domani sarà a Catania per sostenere il candidato del Fronte Progressista Maurizio Caserta in una città a trazione di centrodestra. Come si inverte la rotta? Quali le priorità?

Le priorità sono quelle che Maurizio Caserta ha rappresentato bene nel suo programma. Restituire alla città una rete efficiente di servizi pubblici a partire da quelli essenziali della mobilità, della salute, del diritto a una città vivibile e amica. Contrastare la povertà educativa e stringere un vero patto di cittadinanza col tessuto vitale del civismo e del terzo settore. Catania è una città bella e complessa, la rotta si inverte se si coltiva una visione della comunità per i prossimi anni e questo la coalizione che si è formata ha dimostrato di saperlo fare.