Il presidente ucraino Zelensky non sarà fisicamente presente al 73esimo Festival di Sanremo, e nemmeno con un messaggio preregistrato, come era stato annunciato in un primo momento. Dopo le polemiche che si sono susseguite all’indomani dell’annuncio della possibile ospitata del leader di Kiev il suo intervento non è stato cancellato, ma in parte ridimensionato: Amadeus, conduttore e direttore artistico della kermesse musicale più importante dell’anno, leggerà per intero un testo scritto di Zelensky in diretta tv. Probabilmente si tratta di un compromesso al ribasso, che serve però ad attenuare le proteste.
Gianni Cuperlo, uno dei candidati in corsa per la segreteria del Pd, è stato uno dei primi a schierarsi contro l’ospitata di Zelensky, prima che fosse concordato il cambio di programma: “Zelensky a Sanremo? No. È una guerra. La gente muore. La Rai vuole dare voce al presidente di un Paese invaso che si difende? Mandi in onda un messaggio del presidente dell’Ucraina alle 20.30 di una sera a reti unificate. Ma non confondiamo la tragedia con l’audience”, aveva detto.
In un’intervista a Fanpage.it Cuperlo conferma la sua idea iniziale: “Il Festival di Sanremo lo sto vedendo a spizzichi e bocconi, perché sono sempre in giro con iniziative tutti i giorni, pomeriggio e sera. Ho intuito che in questa edizione, come nelle ultime, i tempi della trasmissione, si sono dilatati ben oltre la Mezzanotte. Però, insomma, qualche immagine l’ho vista. Se non altro i filmati registrati dei momenti più più salienti. Sicuramente l’ingresso del presidente Mattarella, il monologo di Benigni, Blanco che ha disfatto i fiori del palco, una performance che non mi è piaciuta”, ha commentato il deputato dem.
“Credo che che questo evento sia quello che tutti dicono essere, cioè un evento televisivo che ormai è l’evento televisivo dell’anno per la Rai, e forse non soltanto per la Rai, e che, come è inevitabile che sia, mescoli generi e linguaggi diversi. Ma in questo senso credo che la cosa più inutile da fare sia alzarsi in piedi e giudicare. Che cosa dobbiamo giudicare? È uno spettacolo, però innervato da tematiche che mi sembrano pertinenti a quella che è una coscienza che bisogna favorire e sviluppare”, ha aggiunto.
“So che lei mi sta per chiedere allora perché ha detto di no all’appello del presidente ucraino? Magari sbagliavo io, intendiamoci, ma per una ragione molto semplice. Perché credo che ci sia anche una sorta di linea di demarcazione e di rispetto nei confronti della portata della dimensione di una tragedia come quella che si consuma da un anno esatto, o poco meno, in Ucraina, centinaia di migliaia di morti e milioni di sfollati da quel Paese. Una catastrofe dal punto di vista umanitario e non solo. E ho pensato, insomma, come altri, che la commistione, la sovrapposizione di un brano musicale in un concorso canoro, con parole che avrebbero avuto ovviamente l’effetto di metterci di fronte a quella dimensione così estrema del dramma umano, poteva non essere il contesto migliore. Avevo anche detto ‘la Rai faccio una cosa diversa, mandi in onda il messaggio del presidente dell’Ucraina alle 20.30 a reti unificate. Dia il segno di un contenitore adeguato e adatto alla drammaticità”.
“Detto ciò, però, mi faccia anche dire una cosa in tutta onestà non sono un critico televisivo, non sono un esperto della materia. Avevo espresso un’opinione da semplice cittadino”. La soluzione finale, cioè far leggere un testo scritto ad Amadeus, però non ha convinto Cuperlo: “Non lo so, non do giudizi, mi sembra un po’ una soluzione all’italiana”.